RIFLESSIONI SULLA INIZIATIVA DEL GRUPPO DI VARESE
Intervento di Maria Teresa Stinchi, Presidente Bios
Il 29 ottobre
2014 è stata organizzata, nel Teatro delle Arti di Gallarate (VA),
l'ennesima iniziativa del Gruppo Bios Varese per raccogliere fondi in
favore del Villaggio dei Randagi - Bios di Catanzaro.
La mia
partecipazione all'evento, oltre che rappresentare una doverosa
visita in un'area che contribuisce con affetto al sostegno del
rifugio, ha reso possibile incontrare e conoscere numerosi soci e
simpatizzanti dell'associazione i quali mi hanno accolto con
particolare favore e solidarietà. Li ho invitati alla conoscenza
diretta della struttura ed alla divulgazione di questa nuova metodica
di accudimento dei nostri randagi, affinché si ponga fine
all'esistenza dei canili tradizionali, arcaiche strutture improntate
ancor oggi alla vecchia pratica dell'uccisione del randagio, laddove
da oltre 20 anni ne è garantita la vita e quindi il diritto ad una
esistenza dignitosa e di benessere.
Nel sud è
più accentuata la presenza dei canili "lager" ove vegetano
ammassati nella sofferenza migliaia e migliaia di malcapitate
bestiole e che rappresentano una vera e propria bomba ecologica in
aree territoriali a vocazione agro-turistica: ma questo stato di cose
non è condizione sufficiente per avallare la pratica dei trasporti
di animali al nord, svolta da molte associazioni pseudo-animaliste (che
tra l'altro rappresentano solo se stesse), lucrando sulla sensibilità
ed ingenuità di tante persone ignare, giacché la maggior parte di
tali trasporti non si sa bene che scopo vadano a raggiungere.
Invece, la
soluzione dei problemi deve trovarsi nella propria terra: è
necessario che siano eliminati subito questi orribili canili, che venga
effettuata una sterilizzazione a tappeto dei randagi con metodi
assolutamente incruenti e indolori, che si creino al più presto dei
concorsi di comuni individuando terreni adeguati ed
installandovi rifugi improntati al "VILLAGGIO" ove siano
garantiti, appunto, tutti i diritti degli animali ospitati, e che si
realizzi, ove esistano le condizioni necessarie, la pratica del cane
di quartiere accudito sul territorio da associazioni competenti, con
l'installazione di cucce comunali compatibili con l'ambiente urbano.
Questa linea
progettuale va diffusa, fatta conoscere e spiegata, coinvolgendo
quanto più persone possibili e costringendo comuni e veterinari
pubblici (che sono i principali responsabili di questo orrore) ad
appoggiarla e realizzarla. Gli interventi di supporto del gruppo di
Varese vanno in questa direzione.
(3 novembre 2014)
COMUNICATO DEL 5 LUGLIO 2014 DELLA PRESIDENTE BIOS
MARIA TERESA (ALDINA) STINCHI
Il
presente comunicato è stato inviato a:
S.E.
Prefetto di Catanzaro Dott. Raffaele Cannizzaro
S.E.
Prefetto di Crotone Dott.ssa Maria Tirone
S.E.
Prefetto di Reggio Calabria Dott. Claudio Sammartino
Direttore
Generale ASP di CZ Prof. Dott. Gerardo Mancuso
Direttore
Generale ASP di KR Prof. Dott. Rocco Antonio Nostro
Direttore
Generale ASP di RC Dott. Francesco Sarica
Dott.
Rosalba Matassa Tutela Sanità Animale
Assessorato
Sanità Regione Calabria Dirigenti Settore Veterinario
Presidente
Amministrazione Prov.le CZ On. Wanda Ferro
Presidente
Amministrazione Prov.le KR Dott. Stanislao Francesco Zurlo
Presidente
Amministrazione Prov.le RC Dott. Giuseppe Raffa
OGGETTO:
Randagismo in Calabria
La
scrivente Maria Teresa Stinchi, quale Presidente pro-tempore
dell’'Associazione “BIOS” sez. prov.le di Catanzaro”, pone,
con la presente, all'’attenzione dei destinatari in indirizzo,
l’'ormai pluridecennale situazione determinatasi attorno al problema
“randagismo” in Calabria: la Regione, pur avendo una legge che
individua in Comuni, Servizi veterinari pubblici ed Associazioni
protezioniste fornite della necessaria operatività e competenza, i
soggetti gestori del benessere e dell’'adeguato accudimento dei
randagi, è, al contrario, costellata di numerosi canili privati –
S.P.A. -, a palese scopo di lucro. Tali Ditte ubicate principalmente
nel reggino e nel crotonese che brilla tristemente per i 3 orrori di
Torre Melissa, Rocca di Neto e Cirò Marina (ove si ipotizzano siano
custoditi oltre 6000 cani), gestiscono il randagismo in Calabria con
l’'autorizzazione dei servizi veterinari pubblici detentori, per
contro, del controllo e della protezione di detti animali. Queste
Ditte sono riuscite nel generale silenzio delle istituzioni e con
l’'assenso delle stesse, a gestire miliardi di vecchie lire
provenienti dalle borse di onesti cittadini, all’'unico scopo di
produrre il proprio arricchimento sull'’insopportabile sofferenza di
migliaia di creature indifese, tra l’altro - sic! - protette anche
dalle leggi penali.
Questi
siti di barbarie sono irrecuperabili aree di devastazione ambientale,
sottratte alla fruizione collettiva ed all’'evidente vocazione
agro-turistica del territorio, nonché oggetto di inquinamento
igienico-sanitario insanabile.
Intanto,
nel Paese le cucciolate prolificano a tutto spiano, giacchè le
Istituzioni non provvedono da oltre 20 anni alla necessaria
sterilizzazione prevista dalla Legge, favorendo così
l'’incentivazione del randagismo, la sottrazione di fondi pubblici e
l’'arricchimento dei privati, contro ogni necessità collettiva e,
direi, contro ogni pubblica decenza, mettendo al bando doveri,
professionalità, ragionevolezza ed ossequio alle leggi.
Oltre
a questo desolante quadro regionale, è noto che tali Ditte estendono
la cattura dei randagi in Sicilia, Puglia, Campania o quant'’altro,
trasformando questa nostra terra nella vera ed incontrollata
pattumiera del Sud, una Regione, la nostra, allo sbando in troppi
rami amministrativi: fin qui le Istituzioni ben lungi dalla tutela
dell'’integrità del loro territorio, nonché dei conseguenti
aspetti etico-legali, hanno lasciato mano libera ad ogni
inconcepibile iniziativa privata speculativa.
L'’Associazione
Bios ha chiesto ed ottenuto un incontro presso il Ministero
competente, ricevendo teorica solidarietà ed impegni a tutt’'oggi
inevasi.
Sembra
che tutte le Istituzioni interessate siano concordi nel mantenimento
dello status-quo: compresa una Magistratura assente ed indifferente
ed Associazioni pseudo-animaliste che sguazzano nel loro orticello,
succhiando soldi tramite internet e potendo, impunemente, anche con
il complice avallo dell'ASP, spedire migliaia di randagi di
Calabria verso un Nord imprecisato, usando l’'aereoporto di Lamezia
Terme e le famose “staffettare” colpevoli e complici.
Ente
Regione, Comuni, ASP, Dirigenti veterinari, Province, Prefetture,
Autorità Giudiziaria, Forze dell'’ordine: tante istituzioni
titolate al controllo della vigente normativa.
Le
alternative, innovative ed economiche, a tanto spreco e tortura ci
sono, se si ha volontà e fermezza nella soluzione del problema.
Basta volerlo!
Il
Presidente pro-tempore
Maria Teresa Stinchi